“Alessandria città produttiva” rappresenta un percorso attraverso alcune delle più famose aziende del nostro territorio, illustrando la realtà di molti di quegli opifici e laboratori alessandrini che, partendo dalle attività del mondo contadino e integrando molti addetti alla coltura del tempo dell’urbanizzazione, hanno saputo distinguersi per eccellenze di livello internazionale.

Sfruttando l’esperienza del Museo, che trae la sua origine da una collezione scolastica di reperti di storia naturale raccolti nel Monferrato, si ripercorre a grandi passi la Storia della Terra attraverso un’esposizione di minerali e fossili provenienti da tutto il mondo. Completa il percorso la presenza di riproduzioni di manufatti di epoca preistorica.

Nelle loro botteghe gli artigiani (falegnami, fabbri, maniscalchi) preparano e riparano i loro strumenti di lavoro.

Attraverso il percorso “Il mondo del lavoro” sono rievocati i mestieri di un tempo, tipici del territorio alessandrino e sempre più lontani dal mondo odierno.

Riscoprire il passato è comprendere meglio il presente.

Il percorso illustra le caratteristiche più comuni dei minerali impiegati dall’uomo di cui il Museo è ricco. Si narra anche dell’utilizzo del carbone, del rame ecc.
Vengono indicate alcune lavorazioni in miniera (Ozzano) e, tramite l’ausilio di un plastico, viene spiegata la dura vita del minatore.

L’architettura a campate del piano terra permette la ricostruzione dei diversi ambienti domestici, nei quali si svolgeva la quotidianità tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento.

Sono così rievocate le fasi di vita di una famiglia contadina del passato, dalla nascita alla maturità, tra giochi, scuola, cibi, corredi, abiti, calzature e mobili d’epoca.

Vetrine aggiuntive che espongono mille e più oggetti raccolti, riparati e conservati con amore, testimoni di una civiltà non ancora consumistica, dove ogni cosa aveva un’anima.

Nell’affascinante e misteriosa Wunderkammer è raccolta una vasta collezione novecentesca di naturalia e mirabilia.

Di spicco la panoramica sulle conchiglie, con pezzi originali provenienti da tutto il mondo, scientificamente catalogati.

Aspetti della concologia e della malacologia sono approfonditi dal punto di vista etnografico: ci si sofferma sugli esemplari che producono la porpora e sulle conchiglie delle perle.

Interessante è la narrazione sull’utilizzo della conchiglia, in particolare come strumento musicale, e di come essa si caratterizzi nella storia come elemento magico-religioso.

Sono esposti il remo, le reti, gli arpioni per agganciare i tronchi, i modellini di burcè, un ricordo dei “mulini natanti” – che permettevano la macinazione del grano – e dei canali fluviali che offrivano l’acqua per la tintura delle stoffe (Come il Blu Jeans), introdotta dalla congregazione degli Umiliati.

In un angolo della stalla del Museo, uno strano personaggio accoglie i bambini suonando un’allegra canzoncina.
Sulle note del suo organetto, inizia il racconto di un “nido davvero strano” che accompagna i bambini attraverso il Museo, tra richiami di uccelli, stupore e magia. Al termine, le classi costruiranno un nido con la tecnica dell’origami.

Il percorso prevede l’intervento musicale di Vincenzo “Chacho” Marchelli e l’animazione teatrale a cura dei Volontari dell’Associazione Amici del Museo. Particolarmente adatto alle classi della scuola dell’infanzia.