Con il termine origàmi si intende l’arte di piegare la carta (termine recente derivato dal Giappone, ori piegare e kami carta). L’arte della piegatura della carta nacque in Cina, ma fu conosciuta anche dagli arabi prima di giungere in occidente in epoca relativamente recente.
L’orige degli origami giapponesi e legata alla religione shintoista e la valenza sacrale della carta ed è testimoniata dal fatto che in giapponese la parola carta e la parola dei si pronunciano entrambe kam. Le prime forme di origami, dette go-hei, erano costituite da semplici strisce di carta piegate in forme geometriche e, unite ad un filo o ad una bacchetta di legno, utilizzate per delimitare gli spazzi sacri.
Per realizzare un origami l’unico materiale che serve è la carta. I tipi di carta più utilizzati sono: carta da fotocopie, carta da regalo, carta metallizzata, carta velina, carta di Varese e di Firenze, cartoncino, carta riciclata, carta da origami, carta riso, carta washi e carta pelle di elefante.
Al museo della Gambarina, c’ una sezione chiamata “cartafronza” (in dialetto alessandrino “carta piegata”), interamente dedicata ad accogliere una mostra permanente di origami.
Sono esposti in vetrina centinaia di modelli d’autore, cioè ideati e realizzati da chi li ha inventati e provenienti da tutto il mondo. Accanto ad ogni origami realizzato, troverete anche il modello e il nome dell’autore.